Le polarità e la manifestazione eterna dell'amore, per sempre.



Consideriamo le polarità: il bello e il brutto, il giovane e il vecchio, la veglia e il sonno, la vita e la morte, il freddo e il caldo, l'amore e l'odio, la luce e le tenebre, il giorno e la notte. Considerando quindi questa serie di polarità, si giunge a una triplice conclusione: la prima è che, secondo la morale, noi giudichiamo in genere una di queste polarità migliore dell'altra; la seconda è che quando cessa di esistere l'una comincia l'altra e infine che tali polarità si succedono in un ciclo eterno. Ma consideriamo ora un aspetto più metafisico del discorso: oltre queste polarità esistono anche il non essere e l'essere, il non manifesto e il manifesto. Tali polarità vanno oltre la morale, quindi non se ne distingue una peggiore dell'altra, ma si può distinguere esclusivamente la fine dell'una e l'inizio dell'altra; e in questo caso il senso di movimento può essere considerato in forma lineare piuttosto che circolare. Da ciò si deduce che in realtà il non essere non è altro che l'assenza di essere, il non manifesto non è ancora manifesto e per esempio le tenebre non sono altro che l'assenza di luce, o ancora è come se il non manifesto è tale fino al momento in cui diventa manifesto, come se ciò che non e visibile è tale fino al punto in cui si rende visibile. Ma quando si attraversa -il momento- tra il prima e il dopo di questi eventi non si torna indietro, quindi l'avanzare in questo unico-verso non ci consente di tornare più allo stato primordiale. Ad esempio, quando qualcosa passa dal nulla allo stato di esistenza, permane allo stato di esistenza per sempre, come per esempio potrebbe essere per un'opera d'arte che prende vita.
Prendiamo ora in esame il male e il bene o, per seguire la linea esposta sopra, il bene e la sua assenza: da questo punto di vista tra questi non c'è più una polarità intesa come l'uno migliore dell'altro, ma più che altro è come se l'uno rappresentasse la non manifestazione, o l'assenza dell'altro. Seguendo quella linea di successione, nel momento in cui all'assenza di bene (quindi al male) si oppone la presenza del bene stesso, il primo cessa di esistere e ciò che perviene a conoscenza è solo il secondo, il bene, la sua presenza, la sua manifestazione. E come tutto quello che esiste, -che una volta non era ancora, e ora è- forse anche così accadrà per il cambio nelle condizioni della vita nel mondo: ovvero, quando noi uomini, manifesteremo il bene, all'improvviso si vaporizzerà il male per sempre, così come si passa da non manifesto a manifesto, da passato a futuro; in quell'istante in cui c'è la trasmutazione dell'uno con l'altro, in cui l'azione accade, avviene l'attraversamento eterno da uno stato all'altro delle cose, per sempre, appunto perché si segue un'unica direzione, un verso unico. Quando noi, esseri umani, opereremo questo cambiamento, o meglio, manifesteremo il bene, automaticamente il male, ovvero l'assenza di bene si vaporizzerà, e finalmente nell'universo, in questa universale manifestazione delle cose, sarà finalmente il bene, l'amore, a manifestarsi e ad essere per sempre. 
Al di là di tutte le forze cosmiche questa è una nostra scelta, un'azione che spetta a noi.

Fabiano Rastelli, Messaggi di risveglio

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