Origine e significato della frase "CONOSCI TE STESSO"

Sintesi articolo tratta dal libro di René Guéton IL DEMIURGO e altri saggi, Adelphi editore



Si cita abitualmente la frase "Conosci te stesso" ma spesso se ne perde di vista il vero significato. A proposito della confusione che regna intorno a queste parole ci si può porre due domande: la prima riguarda l'origine dell'espressione, la seconda il suo significato reale e la sua ragion d'essere. 
Si dice che quelle parole fossero scritte sopra la porta del tempio di Apollo a Delfi.

Ti avverto, chiunque tu sia:
Oh tu che desideri sondare gli arcani della Natura,
se non riuscirai a trovare dentro te stesso
ciò che cerchi, non potrai trovarlo nemmeno fuori.
Se ignori le meraviglie della tua casa,
come pretendi di trovare altre meraviglie?
In te si trova occulto il Tesoro degli Dei.
Oh Uomo, CONOSCI TE STESSO
e conoscerai l’Universo e gli Dei.
Oracolo di Delfi

Esse furono poi adottate da Socrate come pure da altri filosofi, quale uno dei princìpi del loro insegnamento. Con ciò quei filosofi si  proponevano di mostrare che il loro insegnamento non era strettamente personale, che proveniva da una fonte antica, da un punto di vista più elevato collegato alla sorgente stessa dell'ispirazione originaria, spontanea e divina. 

Significato originale di questa espressione contenuto nel significato etimologico della parola filosofia.

Il termine filosofia esprime propriamente il fatto di amare Sophia, l'aspirazione a questa o la disposizione richiesta per acquisirla. Questa parola è sempre stata utilizzata per definire una preparazione all'acquisizione della saggezza e gli studi che potevano aiutare il philosophos a diventare sophos, cioè saggio.
Quindi l'amore per la saggezza non può costituire la saggezza stessa.
Essa dunque costituisce soltanto un primo grado sulla via della conoscenza superiore e autentica che è la saggezza.

Il doppio insegnamento dei filosofi antichi: ESSOTERICO ed ESOTERICO. Tutto ciò che era scritto apparteneva unicamente al primo. Quanto al secondo ci è impossibile conoscerne esattamente la natura, perché da una parte era riservato a pochi e dall'altra aveva un carattere segreto.
È possibile che la saggezza venga insegnata come si insegna la conoscenza esteriore, mediante la parola o attraverso i libri? Ciò è davvero impossibile e ne vedremo la ragione. Ma possiamo affermare che la preparazione filosofica non era sufficiente, nemmeno come preparazione, perché essa riguarda soltanto una facoltà limitata, che è la ragione, mentre la saggezza riguarda la realtà dell'intero essere. Dunque esiste una preparazione alla saggezza più elevata della filosofia, che non si rivolge più alla ragione, ma all'anima e allo spirito e che potremmo chiamare preparazione interiore.

I MISTERI
L'insegnamento esoterico è stato conosciuto nei paesi dell'Oriente prima di diffondersi in Grecia dove aveva ricevuto il nome di «misteri». I misteri che ispirarono Pitagora e Platone erano in rapporto al culto di Apollo. I misteri ebbero sempre un carattere riservato e segreto -la parola stessa «misteri» significa etimologicamente silenzio totale-, perché le cose cui che si riferivano non potevano essere espresse in parole, ma soltanto insegnate in maniera silenziosa.

Poiché il Grande Mistero è il non-manifestato, il silenzio stesso, che è propriamente uno stato di non-manifestazione è quindi una conformità o uno stato di partecipazione alla natura del Principio Supremo. 
Dal saggio Silenzio e solitudine, René Guéton

Quanto ai misteri collegati al culto di Apollo e ad Apollo stesso occorre ricordare che egli era il Dio del Sole e della luce, essendo questa, nel suo senso spirituale la fonte di ogni conoscenza, e da cui derivano le scienze e le arti (medicina e geometria in modo particolare).

"Qui non entra nessuno che non sia geometra" insegna sulla porta della scuola di Pitagora.
"Dio fa sempre della geometria" Platone.



Non ci si deve dunque meravigliare dunque che i filosofi dell'antichità abbiano usato la frase scritta all'entrata del tempio di Delfi perché conosciamo ora i legami che li univano ai riti e al simbolismo di Apollo.


Vero significato della frase «CONOSCI TE STESSO»
Essa significa innanzitutto che nessun insegnamento essoterico è in grado di donare la conoscenza reale che l'uomo deve trovare solo in se stesso, poiché in realtà qualsiasi conoscenza può essere acquisita unicamente tramite una comprensione personale. Per questo Platone dice che «Tutto ciò che l'uomo impara è già in lui». Tutte le esperienze, tutte le cose esteriori che lo circondano non sono che un'occasione per aiutarlo a prendere coscienza di quello che ha in se stesso. Egli chiama questo risveglio anamnesis, che significa reminescenza.

In india si dice comunemente che il vero Guru si trova nell'uomo stesso e non nel mondo esteriore. Per superare il livello della conoscenza razionale è necessario realizzare certi stati che vanno sempre più in profondità dell'essere verso il centro che è simboleggiato dal cuore e dove la conoscenza dell'uomo deve essere trasferita per renderlo capace di giungere alla conoscenza reale.
Questi stati che venivano realizzati nei misteri antichi erano gradini sulla via di tale trasposizione dalla mente al cuore.

«TU TI CREDI UN NULLA ED È IN TE CHE RISIEDE IL MONDO INTERO»
Avicenna

La somiglianza tra macrocosmo e microcosmo fa si che ciascuno di essi sia l'immagine dell'altro e che la corrispondenza degli elementi che li compongono mostra che l'uomo deve dapprima conoscere se stesso per poi conoscere tutte le cose, poiché, in verità, può trovare tutte le cose in se stesso.

Da tutto quanto precede, vediamo che la conoscenza reale non ha come tramite la ragione, ma lo spirito e l'essere tutto intero, perché essa non è altro che la realizzazione di quell'essere in tutti i suoi stati, il che equivale alla perfezione della conoscenza e all'ottenimento della saggezza suprema. Quando l'uomo conosce se stesso nella sua essenza profonda, ossia nel centro del proprio essere, allora conosce il suo Signore. E conoscendo il suo Signore conosce al tempo stesso tutte le cose, che vengono da Lui e a Lui ritornano. Conosce tutte le cose nella suprema unità del Principio Divino, fuori del quale, secondo le parole di Mohyiddin ibn 'Arabi, «non c'è assolutamente niente che esista», perché niente può essere fuori dell'Infinito.

Tratto dal saggio Conosci te stesso di René Guénon, dal libro Il DEMIURGO e altri saggi


Fabiano Rastelli, Messaggi di risveglio

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