La coscienza dell'unità di vita; noi come foglie di uno stesso ramo, parte dello stesso albero.

La coscienza dell'unità di vita è qualcosa che deve essere sentita prima di poterne riconoscere la verità.  
[...]

A coloro che non sono ancora abbastanza sviluppati da ottenere almeno un raggio della verità, ogni cosa appare separata dalle altre cose e non possono vedere l'Unità del Tutto.


Sarebbe come se ogni foglia di un grande albero si considerasse come una cosa separata e distinta da ogni altra foglia, non riconoscendo la sua connessione col ramo o col tronco o coll'albero e la sua unione con ogni altra foglia dell'albero.
Dopo un poco la sviluppantesi coscienza della foglia la rende capace di percepire lo stelo che la congiunge al ramoscello. Più tardi si svilupperà sufficientemente per percepire che certi altri ramoscelli portanti alcune foglie sono connessi collo stesso ramo ed imparerà a sentire la relazione con tutti i ramoscelli e le foglie sorte su quel ramo.
Un po' più avanti ancora, essa comincerà a riconoscere che gli altri rami sorgono dallo stesso tronco del suo ramo e comincia ad affermarsi sempre più il senso di relazione e di nascente Unità.
E così procede finché da ultimo la tenue fogliolina riconosce che la vita dell'albero è la vita di tutte le sue parti,  tronco, rami,  ramoscelli, foglie, frutti, semi,  ecc.., e che essa stessa è soltanto un centro di espressione della vita una dell'albero.

Si sentirà la fogliolina meno importante e meno reale, per questa scoperta?

Noi diremo sicuramente di no, poiché essa deve sentire che dietro la sua tenue forma e forza limitata è la forza e la vitalità dell'intero organismo dell'albero. Essa deve riconoscere che l'albero è sempre all'opera per estrarre il nutrimento dalla terra, dall'aria e dall'acqua per trasmetterlo ad ogni sua parte, compresa la nostra piccola amica fogliolina. 
Essa conosce che la linfa salirà in primavera a rinnovare le manifestazioni di vita e sa che, sebbene la sua forma di foglia possa appassire e morire, pure l'assenza della sua vita, la sua vita reale, non muore, ma resta sempre attiva e robusta aspettando l'occasione futura di manifestazione e reincorporazione.

Yogi Ramacharaka, La Suprema Sapienza - F.lli Bocca 1935

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