Dall'UNO ai MOLTI e l'ILLUSIONE della realtà

Il Divino sta sognando e crede che il sogno sia realtà.

Quel che si domandarono i filosofi vendantini è: come è possibile che da una Sorgente cosmica Una, indivisibile, infinita, eterna, fosse nata la realtà fenomenica molteplice? Come dall'UNO nascono i MOLTI? Come da un'anima cosmica, Brahman siano nate molteplici anime individuali?

La filosofia generale indiana attribuisce a questa realtà fenomenica, una natura illusoria, nella quale le anime individuali percepiscono la realtà come separativa. Ma se TUTTO è UNO da dove nasce questa illusione, e a sua volta l'illusione della separazione? 

Varie sono le risposte offerte dalle varie ramificazioni filosofiche indiane che hanno comunque come principio emanatore l'UNO, la MONADE, il BRAHMAN, ma una in particolare offre una risposta a questa domanda: l'Advaita Vedanta, appunto la scuola filosofica indiana della non dualità.

Tratto da Le filosofie e le religioni dell'India - Yogi Ramacharaka
"Questa è la posizione estrema della Filosofia idealistica Vedanta.
Essendo Brahman l'Unica Realtà indivisibile ed immutabile, ne segue che la manifestazione fenomenica del Samsara e dell'universo materiale che l'accompagna, è solo apparenza illusoria, il prodotto dell'immaginazione o stato di sogno di Brahman stesso. Il primo stadio sarebbe quello dell'illusione della separatività; il susseguente, la percezione dell'universo quale appare alle "anime", esse stesse soltanto illusorie apparenze nella Mente di Brahman. Brahman vede Se Stesso riflesso nelle gocce e conche di acqua di Maya, ed "immagina" che Egli è i "Molti", anziché l'UNO.

Brahaman vede se stesso attraverso gli innumerevoli occhi dei riflessi individuali di Sé. Le anime individuali perdurano nel loro illusorio falso riflesso o apparenza, fino a che i legami del Samsara tengono avvinta la loro attenzione, ma tuttavia esse sono sempre e unicamente Brahman."





Ciò significa che ciò che guarda tramite i nostri occhi nel mondo fenomenico è sempre Brahman, perciò al di là delle forme e dei nomi, è sempre la medesima coscienza di sé che osserva dalle finestre degli occhi sul "sogno", "illusione" di Brahman. Da questa illusione di separazione ne consegue l'ignoranza, che ci fa cadere vittime di tutte le basse emozioni, dovute all'illusione di separazione, e quindi al desiderio di possesso e alla paura del distacco.



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"Attraverso le forme e gli organismi così costruiti, questo illuso Brahman manifestantesi come infiniti riflessi singoli ed apparenze di Sé stesso agisce, si muove e rappresenta le sue molte parti nell'arena di MAYA, identificandosi con le innumerevoli immagini di personaggi esistenti soltanto nella Sua Immaginazione, o nel Suo Sogno."

Il quesito finale insomma è: "ma la vita che viviamo tutti i giorni è vera no? È reale oppure no?". La vita che noi viviamo e tutti i suoi processi sono esattamente reali quanto è reale un sogno mentre lo viviamo. Quindi al di là della speculazione filosofica riguardo il sogno di Brahman, al di là della risposta che ne possiamo ricavare e che resta comunque un dato incomprensibile e inconcepibile per noi, noi possiamo considerare questo mondo fisico reale come analogicamente è reale un sogno mentre lo viviamo. Quel che dobbiamo fare è destarci, risvegliarci, elevare la nostra consapevolezza per poter in definitiva condurre questa vita, che per la nostra mente razionale è reale, come se fosse il più bel sogno possibile realizzabile, perciò è detto che dobbiamo realizzare il nostro sogno, perché l'infinito potere dentro di noi sta nel rendere questa vita nostra come un sogno meraviglioso anziché come un incubo. A noi sta la scelta, a noi sta il potere. Essendo immagini riflesse di Brahman abbiamo tutto il suo potere creativo. Possiamo realizzare la vita migliore possibile.

A cura di Messaggi di risveglio, Fabiano Rastelli

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