L'UOMO È IL COMBUSTIBILE DEL PROFITTO

Lo schiavo felice è il risultato della funzionalità del  programma.
Lo schiavo felice non sa di essere stato programmato, lui non lo sa. Lui si arrabbia verso chi non si rende utile, verso chi non vuole lavorare perché inconsciamente sa che non è giusto lavorare, alla fine a chi piace lavorare? Putroppo pur sapendo nel profondo del cuore che non è giusto lavorare, non cerca di cambiare il sistema ma piuttosto cerca di indurre gli altri a lavorare come lui. Per un programmato lo scopo della vita è sistemarsi e garantirsi la pensione. Uso questo termine "programmato" perché noi sin da piccoli veniamo sottoposti ad un programma. Riflettiamo insieme; sin da piccolissimi veniamo obbligati (vincolati oltre la nostra volontà) ad andare a scuola, primo per imparare quelle abilità utili alla comunicazione e quindi lettura, scrittura e matematica, e poi per inculcarci l'unica verità, ci insegnano che il mondo è fatto così e che non può essere cambiato e tutto questo in buona fede.
Perché un bimbo deve essere obbligato a studiare? Perchè la programmazione è obbligatoria, perché dobbiamo capire che non siamo altro che macchine, alle quali sono imposte regole. Da piccoli si è sottoposti alle regole della scuola, e da grandi a quelle del lavoro. Perché imparando bene le regole si impara che quello è l'unico modo di vivere, e che se rispetti le regole vieni premiato nella carriera. Naturalmente è utile imparare quelle abilità di base che ci servono a comunicare, ma la cosa più preziosa che si ruba ad un bambino è il tempo per giocare. L'infanzia passa in fretta e così il suo tempo, e la scuola ci obbliga ad abbandonare il gioco per lo studio. Non basta il tempo passato a scuola, bisogna studiare il pomeriggio, il weekend, e nelle vacanze ed è così che ci abituiamo a rinunciare alla nostra libertà e tutto questo per entrare nell'ottica che una persona nel tempo libero si annoia, e per non annoiarsi deve lavorare. Insomma ci fanno collegare il nostro prezioso tempo e la nostra libertà a qualcosa di noioso, di cui sbarazzarsi. Oltretutto dopo un quarto di vita passato sui libri, quando usciamo dalla scuola rifiutiamo la conoscenza, ma è proprio tramite i libri che gli uomini che hanno capito ci mandano un messaggio, ci parlano della vita e della libertà, è tramite quegli stessi libri che tanto odiamo che possiamo risvegliare le nostre coscienze.
Impariamo che il nostro tempo si deve limitare, limitare alla vacanza annuale, limitare allo svago del fine settimana, insomma il nostro tempo deve essere limitato per favorire il lavoro e il profitto.
La programmazione è rinforzata dai media, che ci rimbambiscono, spingendoci ad avere desideri che non possiamo realizzare; vestiti di marca, auto di lusso, cellulari di ultima generazione. 
E per ottenere questi oggetti dobbiamo lavorare, ma in realtà non stiamo lavorando per noi e per quei desideri, ma per il benessere dei potenti.
L'uomo programmato si identifica nei ruoli imposti dal sistema, e ogni schiavo cerca di comprare quante più cianfrusaglie per appartenere al gruppo, e quindi per far parte del gruppo deve avere una serie di beni materiali, e per averli deve lavorare, altrimenti sarà uno sfigato, un emarginato.
La nostra infanzia si basa sul programma; scuola, famiglia e media.
Pochi si rendono conto di cosa sia veramente la vita, e molti moriranno senza essersene resi conto.
Ma chi siamo veramente noi? Cos'è la vita? Come si raggiunge la felicità? Il programmato neanche più se lo chiede, vive secondo l'unica realtà che gli è stata imposta, l'unica realtà che conosce, e non è in grado di immaginarne altre. Il programmato non sa molte cose della vita dell'universo, il programmato non conosce il suo pianeta, il programmato conosce il calcio e vive di quei dibattiti televisivi in cui i politici si accaniscono tra loro. 
Il programmato è solo il combustibile della grande macchina dei soldi, il suo corpo, la sua mente e il suo tempo, vengono consumati per favorire il profitto di pochi, e mentre il suo corpo perde di qualità e mentre il tempo passa qualcuno alle sue spalle fa cose che lui non solo non potrà mai fare, ma che non potrà neanche immaginare.

Fabiano Rastelli, Messaggi di risveglio

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