Una breve favola per riflettere

C’era una volta,
un omone grosso e forte che viveva sotto un melo. 
Le mele gli piacevano tantissimo, ma a lui piacevano anche tutti gli altri frutti della terra.
Andare a procurarsi tutto quello che gli piaceva era davvero un lavoraccio.
Un giorno un uomo si avvicinò all’albero per cogliere una mela e all’improvviso all’omone venne un'idea!
Allora disse: << Ehi tu! Lascia stare quella mela! Questo albero è mio! Se vuoi mangiare le mele del mio albero allora dovrai raccogliere per me tutta la frutta e la verdura che troverai.>>
L’altro spaventato dal suo tono e dalla sua imponenza  fisica, e dalla voglia di mangiare quelle mele, obbedì, e si mise a cercare quanta più roba vi fosse lì intorno.


Un giorno poi, un altro uomo che aveva molta fame, si recò presso l’albero per mangiare una mela. 

L’omone però aveva già qualcuno che lavorasse per lui,  e siccome era anche molto astuto pensò: “Se questi due si mettono a lavorare insieme andrà a finire che parlando si metteranno d’accordo per liberarsi di me!”
E così disse al nuovo venuto di andare a cercare un altro albero, e che aveva già qualcun altro che lavorasse per lui.
Il terzo arrivato subito pensò che mangiare quelle mele era un suo diritto, e riflettendo sulla situazione riconobbe che c’era qualcosa che non tornava.
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Così andò dal buon lavoratore e disse lui che non era giusto che quell’uomo lo trattasse così, che l’albero non era di quel bruto, ma che aveva le sue radici nella terra, che tutti potevano accedere ai suoi frutti e che se si fossero uniti sarebbero stati più forti e avrebbero potuto reclamare il diritto di accedere liberamente a quelle mele senza dover sacrificare la propria vita per quel mascalzone!
La vittima del bruto rispose che aveva troppa paura di lui, aveva paura di perdere la possibilità di mangiare quelle mele gustose, che quel bruto lo cacciasse e che gli facesse del male. 
All’idea di rimanere senza mele si mise a difendere il padrone dell’albero, dicendo che tuttavia era buono perché gli dava da mangiare e gli disse che in privato, l'omone ormai divenuto il suo padrone, gli rivelò che c’era CRISI e che le mele non sarebbero bastate per tutti e tre.


E fu così che gli uomini si divisero, il primo divenne un accanito difensore del lavoro, il secondo un profondo difensore dei diritti dell’uomo. Il primo vinto dalla paura, lavorò tutta la vita, il secondo invece visse per liberare l’uomo dalla schiavitù del lavoro e dalla tirannia dei potenti.



Morale:

Noi, esseri umani, non dobbiamo reclamare il diritto al lavoro, ma il diritto di poter vivere e sfamare noi e la nostra famiglia senza paura, senza temere che se perdiamo il lavoro moriamo di fame o perdiamo tutto quello che abbiamo. Non riusciamo neanche più a distinguere qual è il nostro vero diritto, il diritto alla vita, alla sopravvivenza, il diritto alle risorse primarie, acqua e cibo. 
Ce ne siamo dimenticati, non pensiamo ne anche più che sia un nostro diritto, ci hanno volutamente divisi, perché l'unione fa la forza, perché uomini divisi non riusciranno mai a mettersi d'accordo, non riusciranno mai a liberarsi dai potenti. È grazie a questa silenziosa e perenne guerra tra uomini che questo sistema si regge in piedi.


Fabiano Rastelli, Messaggi di risveglio



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