Un'utopica visione della vita basata sulla contemplazione



Theoria dal greco theion/theia - orao che significa vedo (orao) il divino (theion), o meglio CONTEMPLAZIONE DEL DIVINO, ovvero la contemplazione dell'armonia che regna nel mondo, di questo cosmo che consente la vita, di questo meraviglioso ordine di tutte le cose dell'universo.

La contemplazione è il parlare delle cose dell'universo, della natura, della vita, l'indagare sul mistero dell'esistenza. 
Se nella nostra vita, non avessimo bisogno di lavorare e potessimo vivere in luogo in cui la temperatura è ideale, e ci accontentassimo di nutrirci dei frutti della terra, potremmo vivere, giocare, fare l'amore, e contemplare il divino, liberi e felici, contemplare il divino sarebbe il nostro lavoro, poiché Dio tramite la nostra ragione ci da la possibilità di renderci conto, di essere testimoni della sua opera. 
Immaginiamo di essere nati e cresciuti in un luogo libero dai testi religiosi e libero da dogmi, tutti saremmo cresciuti con l'unico desiderio di godere delle cose semplici della natura e, ignari di quello che insegnano le religioni, liberi dal pregiudizio che vi sia qualcuno diverso da noi, che vi sia qualcuno di inferiore, peggiore o maligno solo perché diverso o di diverso credo.

Il mito dell'isola 
Prendiamo ad esempio tre bambini, tre figli di tre coppie di genitori di religioni diverse, ad esempio un cristiano, un musulmano e un buddista. 
Nascendo soli, senza genitori, e crescendo liberi su un'isola deserta, non potrebbero partecipare alle cerimonie religiose e agli insegnamenti che i loro genitori gli imporrebbero, e crescerebbero dunque liberi da tali dogmi. 
Tra loro non ci sarebbero diversità, ma solo caratteri differenti relativi all'aspetto fisico, ed essendo soli e ognuno diverso, quella sarebbe famiglia e, non avendo alcuna persona simile a loro, non potrebbero dire "io sono diverso" perché non vi sarebbe copia di loro per cui dire noi "siamo uguali e loro diversi", potrebbero dire invece "io sono unico nella mia particolare famiglia in cui ognuno è unico e particolare".
Queste tre bambini vivrebbero e crescerebbero liberi contemplando il cielo, le stelle, la curiosità della natura, e ponendosi domande misteriose alle quali nessuno saprebbe veramente rispondere, tutti e tre non potrebbero fare altro che sorridere difronte al mistero della vita, e al limite imparare dalla saggezza della natura, dai suoi cicli, dalle polarità, e dalle sue leggi.
Ognuno di loro vedrebbe quello che vedono gli altri, le stesse stelle, lo stesso Sole, lo stesso cielo, lo stesso mare, e nessuno pretenderebbe di avere un Dio migliore degli altri due, anzi, quelle stelle, quel Sole, quel cielo e quel mare sarebbero il loro Dio, proprio perché loro sono parte di uno stesso nucleo, figli della stessa terra, e tutti e tre ringrazierebbero per i medesimi frutti ricevuti.


Capite quindi che non esistono differenze, non esistono religioni migliori, esiste solo un'unica contemplazione, quella delle cose naturali e divine che conosciamo. In un simile contesto nessuno potrebbe dire noi che esiste un Dio o un Diavolo, ma saremmo semplicemente grati verso quegli elementi che ci danno la vita: il Sole, il mare, il cielo, la Terra.
In un'utopica società tutti sarebbero unici perché diversi, dunque ognuno prezioso, dunque ognuno si adopererebbe per proteggere l'unicità di un altro membro! L'unicità valorizza il singolo, valorizza le sue qualità, mentre il conformismo valorizza un gruppo a discapito di un altro o di una minoranza.
La contemplazione dovrebbe essere il nostro unico vero dovere, ovvero essere testimoni delle meraviglie della natura, e saper sorridere davanti a questo mistero, al quale nessuno mai potrà veramente dare risposta
Una vita ideale: di uomini liberi, unici, e tutti contemplatori della stessa meraviglia, quindi uniti.

Fabiano Rastelli, Messaggi di risveglio

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"Non solo la natura ha dato all'uomo una posizione eretta, ma gli ha messo il capo in alto e sopra un corpo snodabile, affinché possa osservarla più facilmente, seguire il rotante corso degli astri, dal loro sorgere al loro tramonto, e accompagnare il suo sguardo al movimento dell'intero universo."

Cit. Seneca - De otio


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