Cos'altro potrebbe indurre un uomo a cambiare il mondo, se non un figlio?

Se l'amore per le proprie catene è più grande dell'amore per se stessi, dell'amore per l'umanità, dell'amore per un mondo giusto, cos'altro può indurre un uomo a cambiare il mondo? 
Se nemmeno l'amore di sé induce a questo, cosa può portarlo a nutrire il desiderio di cambiare le cose?


Forse l'amore per un figlio? 
L'amore per un figlio dovrebbe essere non solo più grande delle proprie catene, ma anche di se stessi; per un figlio si darebbe la vita. 
E quindi come è possibile accettare che ciò di quanto più prezioso vi sia al mondo, un figlio, la propria creazione, possa soffrire? Soffrire a causa del potere, soffrire a causa di leggi inique, soffrire a causa di una politica che coltiva esclusivamente i propri interessi, di un potere corrotto che mai aiuterà quelli che stanno in basso, soffrire per la paura del domani, soffrire perché in questo mondo non è possibile conseguire la felicità, soffrire perché in questo mondo non ci sono le condizioni per essere felici?
Sarà forse l'idea che ciò di quanto più prezioso noi amiamo possa soffrire, che ci porterà a cambiare il mondo? 
Insopportabile sarebbe il dolore di sapere che ciò che quanto più ami soffra per colpa di qualcun altro, ed in un certo senso per colpa nostra, per non aver reso il mondo migliore, perché amiamo troppo le nostre catene da desiderare il bene comune, del prossimo.
Questo è ciò che accadde a Buddha, questo è quello che lo portò a cambiare il mondo, a rinunciare a tutto per trovare la via della pace, lui abbandonò tutto perché non poteva accettare l'idea che suo figlio potesse soffrire. 
Il mondo lo dobbiamo cambiare non per noi ma per il prossimo, perché così come noi abbiamo dovuto accettare un mondo che non ci piace, allora come possiamo vivere sereni al pensiero che quanto di più bello al mondo vi sia possa soffrire, possa vivere nel tormento, nella paura, e nell'accettazione di un mondo che non piace a nessuno? Come possiamo accettare che come noi siamo stati creatori, i nostri figli, a causa di un sistema sbagliato, non possano avere la possibilità di creare come noi, vuoi con la procreazione e vuoi con la realizzazione di sé?


Dobbiamo predisporre un mondo migliore per coloro che verranno, affinché di generazione in generazione si tramandi un messaggio: Il mondo è un paradiso, e la vita è una cosa meravigliosa, misteriosa, inspiegabile e fantastica, e che in questo paradiso ognuno di noi non può desiderare altro che regalare, e donare questa esperienza a nuovi individui, ai prossimi bambini, perché la felicità una volta provata è qualcosa che tutti vogliono condividere con tutti, è un fenomeno che non può essere nascosto, non è un prodotto dell'ego, ma dell'amore, del cuore, dunque, sperimentata la felicità si desidera regalare un esperienza felice ad ogni possibile creatura che verrà, ed è per questo che bisogna predisporre un cambiamento esteriore, e ciò possibile solo con un cambiamento interiore.


Fabiano Rastelli, Messaggi di risveglio




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