Papi e Re, demolitori di cultura e libero pensiero

"Il Gran Turco ha capito che i libri e il sapere, più di ogni altra cosa, danno agli uomini il sentimento e l'intelligenza per riconoscersi e odiare la tirannia; sento dire che nelle sue terre non c'è gente di cultura e che lui non ne ha bisogno." 
Étienne De La Boétie, Discorso della servitù volontaria-Universale Economica Feltrinelli

Così Étienne De La Boétie cita, nel suo Discorso della servitù volontaria, l'operato di Solimano il Magnifico, sultano dell'impero Ottomano in carica dal 1520. 



Solimano Il Magnifico conquista Buda nel 1526, ordinando il rogo della città e bruciandovi insieme la biblioteca del re di Ungheria Mattia Corvino, detto Mattia il giusto, una tra le biblioteche più grandi d'Europa, seconda solo a quella del Vaticano.

Solimano non fu il solo che operò per la distruzione della cultura, infatti la Chiesa nel 1500 censurò oltre 3000 testi che non erano ritenuti conformi alla vita del buon cattolico. 

Nel 1558 fu pubblicato dall'Inquisizione Romana, sotto  il papato di Paolo VI, l'INDEX LIBRORUM PROHIBITORUM ovvero l'Indice dei libri proibiti, di cui l'ultima edizione risale al 1948. 


«Che nessuno osi ancora scrivere, pubblicare, stampare o far stampare, vendere, comprare, dare in prestito, in dono o con qualsiasi altro pretesto, ricevere, tenere con sé, conservare o far conservare qualsiasi dei libri scritti e elencati in questo Indice del Sant'Uffizio» 


In questo indice vi erano elencati tutti i testi di autori non cattolici e intere categorie come astrologia e magia, oltre a numerose traduzioni della Bibbia, la quale doveva essere letta in compagnia di un esperto che potesse impostarne l'adeguata lettura ed interpretazione, onde evitare che il lettore potesse trarne un risvolto negativo, o magari trarne il vero senso, che probabilmente, ancora oggi è oscurato.


Insomma la cultura e la libertà d'espressione sono sempre state calpestate perché, come cita Étienne De La Boétie, la cultura sviluppa il sentimento di sé e l'odio verso il tiranno, chiunque esso sia, che sia un re o che sia un Papa, poiché un individuo intelligente, che comprende il valore della propria vita non accetta più di servire nessuno, non accetta più questa iniquità che si perpetua da sempre, che cambia forma ma che mantiene la medesima sostanza, ovvero il controllo e il potere sulle masse, per poterle sfruttare, per mantenerle nell'oscurità onde evitare che gli uomini, vissuti per millenni in catene, si alzino in piedi e davanti ad al potere, travestito da salvatore, proclamino la loro libertà.

Fabiano Rastelli, Messaggi di risveglio
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