Le migliori riflessioni dal saggio Elogio dell'ozio di Bertrand Russell


Prima di tutto, che cos'è il lavoro?
Vi sono due specie di lavoro: la prima consiste nell'alterare la posizione di una cosa su o presso una superficie della terra, relativamente a un'altra cosa; la seconda consiste nel dire ad altri di farlo
La prima specie di lavoro è sgradevole e mal retribuita; la seconda è gradevole e ben retribuita, ed anche suscettibile di infinite variazioni.

I proprietari terrieri sono oziosi, e ci si potrebbe perciò aspettare che io ne tessa gli elogi. Purtroppo il loro ozio è reso possibile soltanto dal lavoro degli altri; dirò di più: il loro smodato desiderio di godersi i propri comodi è l'origine storica del vangelo del lavoro. L'ultima cosa che essi si augurino è di vedere imitato il loro esempio.

I contadini lasciati liberi non si sarebbero privati dei prodotti in eccedenza a favore dei preti e dei guerrieri, ma avrebbero prodotto di meno o consumato di più. Dapprima fu necessaria la forza bruta per costringerli a cadere. Ma poi, a poco a poco, si scoprì che era possibile indurli ad accettare un principio etico secondo il quale era loro dovere lavorare indefessamente, sebbene una parte di questo lavoro fosse destinata al sostentamento degli oziosi.

Il concetto del dovere, storicamente parlando, è stato un mezzo escogitato dagli uomini al potere per indurre altri uomini a vivere per l'interesse dei loro padroni anziché per il proprio.

Coloro che hanno un lavoro lavorano troppo, mentre altri muoiono di fame senza salario. Perché?

Se il salariato lavorasse quattro ore al giorno, ci sarebbe una produzione sufficiente per tutti e la disoccupazione finirebbe, sempre che si ricorra a un minimo di organizzazione. Questa idea scandalizza la gente, convinta che i poveri non sappiano che farsene di tanto tempo libero.

Quando propongo che le ore lavorative siano ridotte a quattro, ciò non implica che il tempo libero rimanente debba essere impiegato in frivolezze. Intendo semplicemente dire che quattro ore di lavoro al giorno dovrebbero poter assicurare a un uomo il necessario per vivere con discreta comodità, e che per il resto egli potrebbe disporre del suo tempo come meglio crede.

In un mondo invece dove nessuno sia costretto a lavorare più di quattro ore al giorno, ogni persona dotata di curiosità scientifica potrebbe indulgervi, ogni pittore potrebbe dipingere senza morire di fame.

Ci sarebbe nel mondo molta gioia di vivere invece di nervi a pezzi, stanchezza e dispepsia. 

La smania di far la guerra si estinguerebbe in parte per questa ragione, e in parte perché un conflitto implicherebbe un aumento di duro lavoro per tutti.

Dal libro Elogio dell'ozio, di Bertrand Russell - TEA Editore



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