Una società gerarchizzata poteva aversi solo basandosi sulla povertà e sull'ignoranza.


TEORIA E PRASSI DEL COLLETTIVISMO OLIGARCHICO 
di Emmanuel Goldstein


Quando le macchine fecero la loro comparsa, ogni essere pensante maturò la convinzione che fosse scomparsa la necessità di qualsiasi lavoro pesante e che contestualmente fosse svanita ogni necessità di preservare l'ineguaglianza fra gli uomini. Se l'impiego delle macchine fosse stato direttamente indirizzato a tal fine, nell'arco di alcune generazioni mali come la fame, il superlavoro, la sporcizia, l'analfabetismo e le malattie sarebbero stati eliminati. 


Ed effettivamente, pur non venendo usate a tal fine, ma in conseguenza di una specie di processo automatico (producendo ricchezza, cioè, che talvolta risultava impossibile non distribuire), per un periodo di circa cinquant'anni compreso fra la fine del XIX e l'inizio del XX secolo, le macchine innalzarono moltissimo il generale tenore di vita.


Era però altrettanto chiaro che un incremento generalizzato del benessere avrebbe avuto come effetto indesiderato la distruzione di una società organizzata gerarchicamente. Già in un mondo in cui tutti avessero lavorato solo poche ore, avuto cibo a sufficienza, vissuto in case fornite di bagno e frigorifero, posseduto un'automobile o addirittura un aereo, sarebbero scomparse le forme di ineguaglianza più ovvie e forse più importanti. 



Una volta, poi, che una simile condizione fosse divenuta generale, la ricchezza non sarebbe stata più un segno di distinzione fra un individuo e l'altro. Era possibile, naturalmente, immaginare una società in cui la ricchezza, intesa come possesso di beni personali e di lusso, venisse distribuita equamente, nel mentre il potere restava nelle mani di una minuscola casta privilegiata, ma nella pratica una società del genere non avrebbe potuto rimanere stabile. 



Se, infatti, il benessere e la sicurezza fossero divenuti un bene comune, la massima parte delle persone che di norma sono come immobilizzate dalla povertà si sarebbero alfabetizzate, apprendendo così a pensare autonomamente; e una volta che questo fosse successo, avrebbero compreso prima o poi che la minoranza privilegiata non aveva alcuna funzione e l'avrebbero spazzata via. Sul lungo termine, una società gerarchizzata poteva aversi solo basandosi sulla povertà e sull'ignoranza.

George Orwell - 1984 Oscar Mondadori
Immagini dell'illustratore Steve Cutts

Chi è Emmanuel Goldstein?
Rappresenta il personaggio letterario del libro 1984, che è nemico del Partito, ovvero del 'sistema' nel romanzo, e che diventa capro espiatorio dell'odio della massa, la quale -convinta dal sistema- ritiene che Goldstein sia colui che vuole alterare l'equilibrio della loro vita, quando in realtà incarna il salvatore, che come al solito la massa non riconosce. 
Successivamente nel romanzo si scoprirà che in realtà la sua figura è esclusivamente un mezzo usato dal Partito per individuare coloro che nella massa si oppongono al Partito stesso. 




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