Il diavolo è un invenzione del governo, per farci stare buoni e guardare la televisione

Il fatto di credere che esista un Diavolo che punisca i cattivi, non fa altro che rendere le masse inermi di fronte al male, non fa altro che far credere loro che il male è parte di questo mondo e che qualcuno la pagherà. 

Il Fauno (di Carlos Schwabe, 1923)

Quelli più in basso accettano il male credendo che il diavolo punirà i cattivi, quelli che invece esercitano il potere e il male, quelli che stanno in alto nella piramide sociale, sanno come prendere per i fondelli quelli che stanno alla base della piramide.

Il problema è che intanto la gente soffre veramente, il problema è che ci è stata data solo un'occasione e sinceramente non me ne frega proprio niente se il diavolo la farà pagare a questa gente cattiva, perché ognuno di noi non può vivere un giorno in più nella sofferenza. Accettare una Chiesa piena di soldi, e un mondo pieno di poveri, e gente che muore di fame credendo che dopo la morte il diavolo la farà pagare a chi ha creato certe condizioni, non fa altro che farci accettare la sofferenza e le iniquità come parte della vita sperando che poi qualcuno la pagherà.

Ma che presa per i fondelli è? 

Facciamo un esempio: 

se sapessimo che quelli che esercitano il male non la pagheranno mai, ci arrabbieremmo come bestie perché comprenderemmo che nessuno gli chiederà conto,e che fino adesso noi abbiamo buttato la nostra esistenza credendo che qualcosa, che in realtà non esiste, gli avrebbe fatti soffrire per l'eternità.

Ecco, i potenti ci hanno fatto credere che poi la pagheranno, hanno trovato il modo per prenderci in giro, per farci credere che poi bruceranno all'inferno.

Questa favola l'hanno inventata loro, in modo che noi ci sottomettessimo e accettassimo il male, nella speranza che dopo la morte l'avrebbero pagata.

E Chiesa e Governo mettono su un bel teatrino: i primi interpretano il bene, la chiave per il paradiso, obbligandoci a credere che esista anche un diavolo, i secondo invece interpretano il male, quelli che mangiano alle nostre spalle, quelli che la pagheranno.

Non è così: noi bruciamo la nostra meravigliosa occasione di vita, e loro grazie alle loro menzogne fanno una vita da Re. 

Non dovremmo accettare le iniquità un momento di più. ll Diavolo, per chi non lo avesse ancora capito, sono loro, i potenti, quelli che dall'alto ci dicono cosa è bene e cosa è male, e che nel tempo ci hanno fatto credere che il male è parte di questo mondo, in modo che ci abituassimo ad una vita ingiusta, in modo da farci conoscere unicamente il male, e quando conosci solo quello, credi che quello sia la realtà, la vita. Così ci fanno seguire i telegiornali e il male esercitato dal potere nel mondo, ce lo fanno accettare come natura della vita e ci fanno credere che chi lo esercita la pagherà, perché loro nel male, nelle guerre, nelle iniquità, ci mangiano, ci vivono, quindi hanno bisogno che noi li lasciamo fare, che noi accettiamo il male come tale, in modo che loro possano operare a piacimento, raccontandoci, con l'aiuto della Chiesa, che per questo sacrificio noi andremo in paradiso, loro invece all'inferno.

Paradiso e inferno sono due stati della coscienza: quando operiamo il bene percepiamo il paradiso, quando pratichiamo il male percepiamo l'inferno, la colpa. 

Dobbiamo considerare che se noi tutti esseri umani, non capiamo questo, e ci laviamo le mani riguardo alle condizioni del mondo intero e dell'umanità, diventiamo responsabili, diventiamo anche noi artefici di una vita ingiusta, perché tramite la menzogna scarichiamo l'andazzo del mondo su qualcun altro, e il mondo non cambierà mai se tutti noi non ci prendiamo la mano e decidiamo di cambiare. E la menzogna ce la raccontiamo quando diciamo che il mondo mai cambierà e che il diavolo la farà pagare a chi pratica il male, esclusivamente per poter continuare nella nostra sfera personale a nutrire l'ego, così come i potenti nutrono l'ego su scala mondiale, e non per avere il cellulare più bello, ma per essere leader di nazioni, per sentirsi di fronte alle masse potenti come Dio.

Fabiano Rastelli, Messaggi di risveglio

  

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