L'LSD e la realtà. La catastrofe schizoide, il destino nevrotico dell'occidente.
La realtà è inimmaginabile senza un soggetto conoscente, senza un io. Essa è il prodotto del mondo esterno, "il trasmittente", e di un "ricevitore", un soggetto nel cui sé più profondo le emissioni dell'ambiente circostante, registrate dalle antenne degli organi sensoriali, divengono coscienti. Se uno dei due viene a mancare, la realtà non accade, la radio rimane muta e lo schermo visivo appare privo di immagini.
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Negli stati usuali di coscienza l'io e l'ambiente esterno sono separati; il soggetto sta di fronte al mondo, che si è trasformato in oggetto. Con l'LSD i confini tra l'io cosciente e ciò che sta di fronte più o meno svaniscono, a seconda dell'intensità dell'inebriamento.
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Nell'eventualità auspicabile, il soggetto rinnovato si sente beatamente fuso con le cose della realtà esterna e di conseguenza con le altre creature del mondo, fino a raggiungere possibilmente il senso della totale unità con l'universo. Questo stato, che, date certe favorevoli condizioni, può essere procurato dall'azione dell'LSD e della altre sostanze sacre messicane è analogo all'illuminazione religiosa spontanea - l'unio mystica.
In entrambe i casi, spesso della durata di uno solo eterno istante, viene percepita quella dimensione da cui traspare il fulgore della realtà trascendentale.
La catastrofe schizoide, il destino nevrotico dell'occidente:
L’attuale concetto di realtà ebbe origine nel sud del nostro continente. Determinante per la sua formazione fu il principio ellenistico-europeo dell’agòne e della vittoria conseguita attraverso la prestazione, l’astuzia, la perfidia, il talento e la forza, espresso all’inizio nella forma greca dell’aretè, e successivamente in quella europea del darwinismo e del superuomo. L’io venne allo scoperto, calpestò la terra, condusse battaglie e per far questo ebbe bisogno di strumenti, di materiali, di potere. Si pose di fronte alla materia come altro da essa; se ne distaccò con i sensi, ma ci stabilì un rapporto formale più stretto. La scompose, la esaminò e la classificò: armi, oggetti di scambio, denaro per riscattare. La spiegò mediante isolamento, la ridusse a formule, ne strappò dei frammenti, la suddivise. (La materia divenne) un concetto appeso come sciagura sopra l’Occidente, contro cui esso lottò, senza afferrarlo, a cui sacrificò un’ecatombe di sangue e felicità, e le cui tensioni e fratture era ormai impossibile risolvere attraverso lo sguardo naturale e la conoscenza metodica dell’essenziale, quieta unità delle forme prelogiche dell’essere… invero, il carattere catastrofico di questo concetto venne alla luce in maniera sempre più evidente… uno stato, un’organizzazione sociale, una morale pubblica, per i quali la vita altro non è che esistenza sfruttabile economicamente, e che non accettano il mondo della vita provocata, non possono arrestare la sua distruttività. Una comunità, la cui igiene e tutela razziale, quali moderni rituali, si basano su vuote conoscenze biologico-statistiche, può solo difendere il punto di vista superficiale delle masse, nella cui osservanza conduce incessantemente le guerre, perché la realtà è per essa materia prima, rimanendole nascosto il suo presupposto metafisico.
—Gottfried Benn, Vita provocata
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Il mondo vissuto come materia inanimata e oggetto a cui l'uomo sta di fronte in opposizione, ha prodotto la scienza moderna e la tecnica. E grazie al loro intervento gli uomini hanno sottomesso la terra e hanno abusato del suo patrimonio; le imponenti realizzazioni della civiltà tecnologica si trovano faccia a faccia con il disastro ecologico. Questo intelletto che tutto oggettivizza è penetrato anche nel cuore della materia, il nucleo dell'atomo, e lo ha spaccato, liberando energie che minacciano le forme vitali del nostro pianeta. Se l'uomo non si fosse separato dal mondo, ma avesse vissuto in armonia con la natura vivente e la creazione, mai sarebbe stato possibile un impiego sbagliato della conoscenza e dell'intelletto. Tutti gli attuali tentativi di provvedere ai danni causati atttraverso misure di protezione ambientale risulteranno solamente rattoppi superficiali e senza speranza, se a essi non seguirà la cura di quello che Benn ha chiamato "il destino nevrotico dell'Occidente" Guarire significa poter esperire la realtà profonda delle cose che tutto abbraccia, compreso il soggetto che vi partecipa.
Tratto da LSD, Il mio bambino difficile di ALBERT HOFFMAN
Conclusioni
Dunque ciò è quello che capita a chi subisce una piccola illuminazione, ovvero la comprensione che non siamo dissociati dal mondo fisico, anzi ne siamo interamente parte. Il risveglio delle coscienze comporta quindi il desiderio di un imminente cambiamento delle cose, ovvero il bisogno di un ritorno alla connessione con tutte le cose, che risulterebbe essere anche la soluzione ad ogni forma di male nel mondo, poiché l'amore è la comprensione che ogni forma di vita è a noi connessa e dal valore incalcolabile. Così dunque come i grandi illuminati, anche i movimenti psichedelici sono stati denunciati dal sistema, per mantenere l'uomo nella matrix ovvero nell'ignoranza del suo incalcolabile valore e della sua connessione con l'universo. Queste è la chiave della fine ad ogni male, e dell'elevazione dell'uomo a essere divino di tutto l'universo, ovvero, per quanto noi ne sappiamo, l'unico a poter comprendere questo.
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